BENUARA Nero d'Avola Syrah Sicilia 2022 Cusumano
Scheda prodotto
Cod.Art. | 4PRP75-2022 |
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Denominazione | Sicilia DOC |
Consumo per Fascia d'età | > 18 |
Allergeni | Contiene Solfiti |
Annata | 2022 |
Gradazione (% Vol.) | 14 |
Formato (cl./gr.) | 75 |
Composizione / Uvaggio | Nero d’Avola, Syrah |
Temperatura Servizio | 18 - 20° |
Tempo Conservazione | di lunga durata |
Scadenza | No |
Abbinamenti | Carne rossa |
Marchio | Cusumano |
Produttore | Cusumano |
Paese di Produzione | Italia |
Regione | Sicilia |
Tipologia Contenitore IT | Bottiglia |
Quantità x Confezione | 1 |
Tipologia | Vino Rosso |
L'espressione della ricchezza Siciliana.
Benuara di Cusumano è un vino rosso siciliano intenso e molto fruttato ottenuto da uve Nero d’Avola e Syrah delle colline di Monreale, vinificato in acciaio con breve affinamento in botte grande di rovere. Emana profumi di amarene, frutti di bosco e spezie dolci e ha un gusto vellutato, fresco e avvolgente.
Gradazione 14,5% Vol.
Formato 75 cl.
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La storia di Cusumano ha inizio nel 2001 quando i fratelli Alberto e Diego fondano l’omonima azienda agricola, ereditando la passione dal padre Francesco, da anni attivo nel mondo vitivinicolo. Ci troviamo nel nord-ovest della Sicilia, in provincia di Palermo, più precisamente a Partinico, dove è ubicata la sede dell’attività. La prima acquisizione è stata Tenuta Ficuzza a Piana degli Albanesi, a due passi dall’omonimo lago e a una manciata di chilometri a sud del capoluogo regionale, nel primo entroterra siculo: qui si trovano vigneti posizionati a 700 metri sul livello del mare all’interno della riserva protetta che fu di proprietà dei Borboni, vigneti circondati da boschi e dalla macchia mediterranea, un clima ventilato e caratterizzato da una forte escursione termica. A Ficuzza l’ultimo vino nato è Salealto: un bianco composto, in parti uguali, da tre vitigni autoctoni siciliani vinificati separatamente e poi affinati insieme, il grillo, l’inzolia e lo zibibbo. Il nome nasce durante una chiacchierata tra Diego Cusumano e un suo amico giapponese che, dopo aver assaggiato in anteprima quel vino, disse di ritrovare nel bicchiere «la sapidità del Mediterraneo e l’eleganza della montagna», e fu così che nacque Salealto. |